Riprendono gli Aperilibri di Parole Contrarie: cominciamo con Michela Murgia
Ripartiamo con il nostro gruppo di lettura #aperilibro che ci ha entusiasmato tanto nella scorsa stagione.
Per chi non ci conoscesse ancora, la formula è molto semplice: con cadenza mensile scegliamo un libro intorno al quale incontrarci per raccontarci le impressioni, scambiarci opinioni ed emozioni sui temi che emergono dalla lettura o, per chi non l’ha letto prima, semplicemente ascoltare per decidere se vien voglia di leggerlo. Alla fine dell’incontro chi vuole si ferma per un piccolo aperitivo.
La partecipazione è gratuita ma ognuno può, se lo desidera, contribuire portando qualcosa (una bevanda o uno stuzzichino).
Per questo primo incontro ci confronteremo con un’autrice che ci ha lasciati da poco, Michela Murgia, presentando cinque dei suoi libri per la categoria “5×1autore”. Siete tutti invitati a votare attraverso il sondaggio sul gruppo Facebook FoggiaLegge.
1) Accabadora (2009)
Perché Maria sia finita a vivere in casa di Bonaria Urrai, è un mistero che a Soreni si fa fatica a comprendere. La vecchia e la bambina camminano per le strade del paese seguite da uno strascico di commenti malevoli, eppure è così semplice: Tzia Bonaria ha preso Maria con sé, la farà crescere e ne farà la sua erede, chiedendole in cambio la presenza e la cura per quando sarà lei ad averne bisogno. Ilrispetto e le attenzioni della vecchia sarta del paese, che le ha offerto una casa e un futuro, ma soprattutto la lascia vivere e non sembra desiderare niente al posto suo sorprenderla, sorprendono Maria. Eppure c’è qualcosa in questa vecchia vestita di nero e nei suoi silenzi lunghi, c’è un’aura misteriosa che l’accompagna, insieme a quell’ombra di spavento che accende negli occhi di chi la incontra.
2) Ave Mary: e la Chiesa inventò la donna (2011)
La chiesa è ancora oggi, in Italia, il fattore decisivo nella costruzione dell’immagine della donna? Citando parabole del Vangelo e pubblicità televisive, icone sacre e icone fashion, encicliche e titoli di giornali femminili, questo libro dimostra che la formazione cattolica di base continua a legittimare la gerarchia tra i sessi, anche in ambiti apparentemente distanti dalla matrice religiosa. Anche tra chi credente non è. Michela Murgia riesce nell’impresa di svelare la trama invisibile che ci lega, credenti e non credenti, nella stessa mistificazione dei rapporti tra uomo e donna.
3)Chirù (2015)
Quando Eleonora e Chirú s’incontrano, lui ha diciotto anni e lei venti di piú. Le loro vite sembrano non avere niente in comune. Eppure è con naturalezza che lei diventa la sua guida, e ogni esperienza che condividono li rende piú complici. Eleonora non è nuova a quell’insolito tipo di istruzione. Nel suo passato ci sono tre allievi, due dei quali hanno ora vite brillanti e grandi successi. Che ne sia stato del terzo, lei non lo racconta volentieri. Eleonora offre a Chirú tutto ciò che ha imparato e che sa, cercando in cambio la meraviglia del suo sguardo nuovo, l’energia di tutte le prime volte. È cosí che salgono a galla anche i ricordi e le scorie della sua vita..
4) Morgana – L’uomo ricco sono io (2021)
“Una ragazza dovrebbe avere una stanza tutta per sé e una rendita di 500 sterline l’anno.” Con questa frase politicamente rivoluzionaria e di cui purtroppo la memoria collettiva ha conservato solo la prima parte, Virginia Woolf lega strettamente il discorso sull’emancipazione femminile ai soldi, presentati come la premessa stessa della libertà. Il denaro è il vero tabù da violare quando si parla di donne perché è il potere più grande, quindi per definizione è stato per anni solo degli uomini. Ma allora perché tutti continuano a consigliare alle donne, oggi come allora, di sposarsi con un uomo ricco? Perché in molte famiglie si insiste a non insegnare alle ragazze a gestire il denaro, facendo loro credere che farsi procurare da qualcun altro la sicurezza materiale sia un traguardo di vita?
5) Tre ciotole. Rituali per un anno di crisi (2023)
L’ultimo libro di Michela Murgia, un romanzo fatto di storie che si incastrano e in cui i protagonisti stanno attraversando un cambiamento radicale che costringe ciascuno di loro a forme inedite di sopravvivenza emotiva. “Una sera ti metti a tavola e la vita che conoscevi è finita.” A volte a stravolgerla è un lutto, una ferita, un licenziamento, una malattia, la perdita di una certezza o di un amore, ma è sempre un mutamento d’orizzonte delle tue speranze che non lascia scampo. Attraversare quella linea di crisi mostra che spesso la migliore risposta a un disastro che non controlli è un disastro che controlli, perché sei stato tu a generarlo.
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